L’istituzione dell’assegno di mantenimento per i figli e l’ex partner ha rappresentato una svolta epocale nell’ambito delle separazioni e dei divorzi.
In quali casi l’importo dell’assegno di mantenimento può essere modificato?
Garantire sia all’ex coniuge che ai propri figli la possibilità di continuare a vivere dignitosamente, con una situazione economica quanto più stabile possibile, facilita i processi di separazione della coppia e rende emotivamente più tranquilla la fine di una relazione.
L’assegno di mantenimento viene stabilito da un giudice in fase di divorzio, il quale esamina tutti i documenti pervenuti circa la situazione patrimoniale di entrambi i coniugi, e prende in considerazione le richieste delle due parti per formulare una cifra da erogare ogni mese.
Proprio perché tale cifra è basata sulla situazione economica esistente al momento della richiesta, l’ammontare dell’assegno di mantenimento può subire delle variazioni nel corso degli anni, al rialzo o al ribasso, al cambiare del contesto patrimoniale.
Prendiamo il caso classico in cui è l’ex marito, nonché padre, a dover versare una quota all’ex moglie e una ai figli, in carico alla moglie. Qualora l’ex moglie trovasse un lavoro stabile, e quindi avesse un’entrata economica che arricchisce il patrimonio della famiglia, sarà possibile ridurre l’assegno a suo carico – e in alcuni casi anche quello ai figli – determinando nuove quote.
L’obiettivo è, in generale, quello di mantenere sempre un equilibrio e una stabilità quanto più vicini possibili alla situazione pre-separazione, e che permetta a tutti i componenti del nucleo familiare di continuare a vivere serenamente.
Non sempre, però, questa volontà è presente nella coppia separata. Attriti, incomprensioni e rancori possono ledere i buoni rapporti, al punto da preferire non dichiarare nuovi introiti o minacciare di impugnare l’assegno di mantenimento per ripicca verso l’ex coniuge.
Si tratta di esperienze emotivamente dure per entrambe le parti in causa, e il giudice deve prendere provvedimenti e riformulare gli assegni non sulla base dei sentimenti espressi, ma sui numeri, dati e contratti che pervengono in suo possesso.
Così, se la situazione patrimoniale di uno dei due dovesse subire un cambiamento significativo, anche in seguito ad un secondo matrimonio, o se venissero a cambiare le necessità dei figli, ad esempio, si può richiedere una revisione dell’assegno sia tramite tribunale, che tramite negoziazione assistita.
In ogni caso è indispensabile presentare delle prove a favore della propria richiesta di riduzione o aumento dell’assegno di mantenimento. Un’agenzia di investigazione privata come Securpol Italia può aiutare a produrre prove, valide in tribunale, per la revisione dell’assegno di mantenimento.